Vaccinarsi o non vaccinarsi?



 

Vaccinarsi o non vaccinarsi? Questo dubbio amletico si trasforma e conduce sempre più a due fazioni dove il dubbio scompare per lasciare il posto a certezze granitiche, posizioni sposate con estremismo che conducono anche a perdere le amicizie di una vita. “Se non ti vaccini sei un untore” e dall'altra parte “Se ti vaccini sei parte del gregge acefalo”. Questo in estrema sintesi è ciò che si dicono gli amici che ora sono diventati avversari. Da dove nasce la fiducia in una cura? Un tempo si diceva nella scienza, ma in un mondo dove risorgono i terrapiattisti con buona pace dei filosofi greci che avevo ipotizzato la sfericità della Terra già dal VI sec. a. C., la scienza sembra non dare più fiducia. Ciò a causa della confusione con cui gli esperti, tra i quali si infilano gli opinionisti, continuano a propinare numeri dell'aumento dei contagi... la nuova variante Omicron non è molto contagiosa o forse sì quindi meglio rimettere le mascherine all'aperto e così, all'infinito, i rappresentanti della scienza dicono tutto e il suo contrario. Si potrebbe vivere più serenamente anche la pandemia se si facesse un maggiore rincorso alla filosofia e all'arte del dubitare: Il primo a proporla fu Socrate. Lui ci fece comprendere quanto il dubbio sia un proficuo strumento per conoscere e non un atteggiamento sterile fine a se stesso di chi non vuole prendere una posizione, ma si crogiola eternamente nel luogo della non scelta. Il nostro Socrate ci disse che il dubbio è utile dopo la presa di coscienza della propria ignoranza, quando si sa di non sapere si può iniziare ad apprendere, ma si impara in piena auto consapevolezza solo se si dubita, se le verità che ci vengono propinate sono messe in discussione prima di essere prese per buone. E se sai di non sapere, prima di affermare la tua posizione ci pensi un po' su. Platone, il più grande discepolo di Socrate, continuò sulla strada del maestro per giungere ad affermare che la sensibilità è illusoria e in questo modo aprì la strada ad una posizione scettica riguardo la realtà, posizione che si contrappone all’unica certezza quella fornita dalla ragione. Facendo un salto di numerosi anni giungiamo nel ‘600 a Renè Descartes che fece del dubbio il suo cavallo di battaglia. Il dubbio cartesiano ricalca l'idea socratica proprio quando afferma che l'unica certezza che posseggo come essere umano è il pensiero: penso quindi esisto. Se non pensassi non avrei la certezza di essere qui seduto davanti al fuoco...i sensi ci ingannano, la ragione mai. Anche in letteratura troviamo una famosa testimonianza del dubbio, il to be or not to be di Shakespeare, quel celebre essere o non essere che rimanderebbe al famoso dubbio di Amleto: vivere o morire? Un dubbio, questo, opposto al dubitare socratico; il dubbio amletico porta ad uno stallo, all'impossibilità di fare una scelta: chi può scegliere di morire se non l'aspirante suicida? La maggior parte di noi messo davanti a due posizioni tanto estreme sceglierebbe la vita. Se analizziamo il dubbio ci rendiamo conto che anche l'azione di dubitare richiede una tecnica, non serve dubitare e basta, bisogna dubitare con cognizione di causa se si vuole fare del dubbio un utile strumento di crescita. Il dubbio è uno dei cardini dell'atteggiamento filosofico, quel modo critico di porsi di fronte alla quotidianità. Quel modo che ci può aiutare a superare le nostre difficoltà e a fare una scelta davvero nostra. La prima certezza che si raggiunge con questa riflessione è che l'altro non deve essere un nostro nemico. Non vi ho detto di vaccinarvi o non vaccinarvi, non è mio compito, ma credo di avervi mostrato una strada per fare una scelta libera da pregiudizi ideologici.


Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 7 dicembre 2021)