A chi importa del figlio gay di Superman?



 

In questi giorni si è parlato con un certo fervore del figlio gay di Superman, eroe dei fumetti di tante generazioni di lettori, in realtà L'ANSA ha annunciato che il figlio di Clark Kent è bisessuale: la questione si mostra diversa così come il messaggio veicolato.

I più vedono in questo nuovo lancio una promo commerciale per risvegliare l'interesse verso il fumetto dai poteri soprannaturali, in tanti plaudono alla sensibilità verso le tematiche LGBT e in troppi si indignano. Facciamo un po' di chiarezza. È vero che un omosessuale non trova riconoscimento sufficiente nei film, dove prevale la coppia etero con tutte le sue vicissitudini quotidiane, ma è altrettanto reale il progresso del cinema gay, e uso il termine gay in modo generico per riferirmi a chi non è etero, negli ultimi tempi. Mi sono imbattuta spesso nelle pubblicità di note piattaforme ed ho notato molte trame con al centro coppie omoerotiche rapite da baci appassionati ed effusioni esplicite. Purtroppo come spesso accade si formano le solite fazioni, sembra sia un “destino” umano separarsi e ciò non porta cose buone se pensiamo alle famiglie di Giulietta e Romeo ci rendiamo subito conto del dolore che provoca la “battaglia”. Forse ci dimentichiamo che gli opposti ci dilaniano fin dalle origini, Caino e Abele ce lo hanno insegnato, ed anche con Jon, il figlio di Superman, è accaduta la stessa cosa. Probabilmente dà fastidio che da un eterosessuale sia nato un figlio dall'orientamento incerto? Perché questo è accaduto. Forse il povero John risente della soverchiante immagine del padre e non ha in coraggio di dichiararsi? Un coming-out a metà il suo?

Ecco il problema è sempre questo, sarebbe stato molto più efficace dal punto di vista educativo mostrare un omosessuale convinto ed integrato nel mondo circondato da amici, parenti, conoscenti che non si soffermano sull'insignificante differenza di gusti sessuali. Se potessimo osservare l'umanità dalla luna con un potente telescopio ci renderemmo conto che stiamo parlando del nulla. E non scordiamoci di come gli omosessuali appaiono nei film di Ozpetec, regista unico nel mostrare il loro mondo così come potrebbe essere. Non ci si dovrebbe più stupire, i Greci antichi lo avevano capito e noi siamo ancora qui ad indignarci per i gusti sessuali del figlio di un supereroe: è necessario trovare il giusto equilibrio. Il mondo non è tutto omo come non è tutto etero: ognuno attraverso le icone coltiva i propri sogni romantici, mi arrabbierei se mi togliessero Pretty Woman, perché devo sottrarre Jon all'immaginario gay?

Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 14 ottobre 2021)