L'importanza di tornare a scuola



 

Le regole sono alla base di ogni convivenza, a partire da quella privata come la famiglia per giungere a quella sociale: nasciamo e viviamo seguendo regole. Dare norme ai bambini aiuta la crescita, una crescita equilibrata che dà sicurezza, dare norme agli adulti rende possibile una coesistenza a basso tasso di caos.

Il filosofo Renè Descartes (Renato Cartesio), noto a tutti per essere un eccellente matematico del '600, era un tipo intellettualmente affascinante e portato per la moderazione. Ci ha lasciato riflessioni molto attuali. Si possono cambiare le regole, si può creare un nuovo orizzonte, realizzare un nuovo stile di vita, si possono ricusare le norme vigenti, ma non prima di averci pensato bene. Soprattutto dopo aver scelto alcune regole base che lui definì di morale provvisoria. Effettivamente se vogliamo cambiare casa, andremo in quella nuova dopo averla trovata, non traslochiamo in fretta e furia per lasciare i nostri mobili in mezzo alla strada.

Quali erano le regole di Cartesio? La prima era di “obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese“. Tale regola è espressione della moderazione che più volte Cartesio ha dimostrato di perseguire e ci suggerisce di non cambiare prima di sostituire con qualcosa di valido. La seconda era di “esser fermo e risoluto nelle mie azioni, e di seguire anche le opinioni più dubbie una volta accettate”. L'esempio che egli pone è quello di un uomo sperduto in una foresta senza aver idea di dove andare. È sempre meglio prendere una via che se seguita con coerenza sicuramente porterà fuori dalla selva. Effettivamente, se ci siamo persi, cambiare continuamente percorso porta solo allo smarrimento. La terza era di “vincere sempre me stesso piuttosto che la fortuna e di mutare i miei desideri piuttosto che l'ordine del mondo”. Quindi meglio cambiare alcuni desideri, magari irraggiungibili, che cambiare il mondo per realizzarli: un gesto rivoluzionario avventato può portare allo sfacelo. A prova di ciò pensiamo alla Rivoluzione francese a alla conseguente Restaurazione. Quanti morti portano con sé le guerre, le sommosse, le ribellioni armate? Troppe e da sempre.

    Ciò non vuol dire sottostare a regole ingiuste, stringenti e a volte bislacche, significa solo usare la ragione e non l'istinto, infatti le regole del filosofo francese erano finalizzate al retto pensiero e non ad una sottomissione incondizionata all'autorità politica. Certamente le regole ci stanno stritolando, ma non sono esse a creare il malcontento e la ribellione di questi nostri tempi pandemici, intrapandemici e speriamo presto postpandemici, esso, il malcontento, ha origine dalle notizie contrastanti, dall'ossessivo martellamento mediatico, dall'incertezza sulla efficacia della campagna vaccinale. L'anno scorso senza vaccino eravamo più liberi: come spiegarlo a chi deve lavorare e vede annullati i propri sforzi? Con una informazione lineare e priva di nevrotiche contraddizioni, con una esclusiva diffusione delle notizie certe, con la lotta senza quartiere alle cosiddette fake news. Facendo capire a tutti che le rivoluzioni generano solo morti innocenti. C'è sempre una soluzione, la ragione è in grado di aiutarci a trovare la migliore.



Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 31 agosto 2021)