Una donna al colle



 

Una donna alla presidenza della Repubblica? Mi piacerebbe e lo affermo lontana dal femminismo per sottolineare il fondamentale obiettivo di una vera parità tra i generi.

Aristotele nella sua opera Politica definisce la cittadinanza come capacità di partecipare al potere politico, le donne come gli stranieri e gli schiavi non ne avevano, invece, “possibilità”. Si deduce, Aristotele era noto per la logica sillogistico deduttiva, che le donne non essendo in grado di sfiorare il potere, non potevano neppure immaginare di essere cittadini, figuriamoci cittadine...

Restando nel mondo antico se vogliamo trovare le donne al potere ci vien in mente, una manciata di anni prima di Cristo, Cleopatra regina d'Egitto che, guarda caso, il Sommo Dante pensò di collocare nella bolgia infernale dei lussuriosi della Divina Commedia. Sembra un destino femminile quello di trovare la morte anche in letteratura per mano dell'autore del romanzo, ne abbiamo diverse testimonianze da Anna Karenina di Tolstoj a La signora delle camelie di Alexandre Dumas; anche se nella vita reale Cleopatra si è suicidata, una punizione doveva esserle comminata per i suoi troppi amanti e così è stata fatta accomodare per l'eternità nel celebre V canto. Quanti uomini hanno trovato lo stesso destino seppur dediti al libertinaggio?

Facendo un lungo salto alla nostra epoca e ritornando ad osservare le donne in posizioni apicali possiamo ricordare che Elisabetta II regna in Gran Bretagna dal lontano 1952, è sovrana e Governatore Supremo della Chiesa Anglicana: un grande potere è nelle mani di una donna. Già, ma Elisabetta è di un'altra civiltà e seppure la nostra, dalle origini greco antiche, sia molto evoluta dal punto di vista culturale ed umanistico è evidente non lo sia in campo della parità: in Italia nessuna donna ha rappresentato la nazione come Presidente della Repubblica, un ruolo che attende di essere ricoperto.

Sono passati 23 secoli da quell'idea aristotelica tenuta in vita dal maschilismo, gli uomini di potere hanno deciso tutto persino le concordanze grammaticali, e nonostante l'ammirazione che nutro per il grande filosofo non posso scordare quanto lui fosse un ospite in terra di Grecia, egli era di Stagira quindi come straniero non poteva essere cittadino di Atene. Probabilmente non era interessato alla politica attiva, del resto come precettore di Alessandro Magno se la passava bene, ma come filosofo e straniero avrebbe potuto essere più sensibile al tema della disparità e così donare un contributo all'emancipazione femminile almeno nei libri. Un filosofo, ora come allora, dovrebbe sapere mettere in discussione gli stereotipi. Come ha potuto non pensarci? Una domanda che mi pongo da sempre ed alla quale non troverò risposta non potendo ragionare come i Greci. Resta il fatto che se non ci ha pensato un filosofo come possiamo immaginare di essere appoggiate dai politici attuali?!

Mentre Giulio Andreotti con una battuta ormai iconica disse che “il potere logora chi non ce l'ha”, noi possiamo sperare e lavorare, lontane da ogni usura dell'anima, per una vera candidatura femminile non tattica ma reale, non per soddisfare le quote rose ma per far salire al Colle una donna che possieda capacità, lungimiranza ed obbiettività. Ora sta alla politica trovare la candidata.




Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 10 gennaio 2022)