RECENSIONI

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Nel 2008 Il bambino senza parole è stato tradotto in lingua turca dall'editore Arion di Istanbul.

*Dal 31 agosto al 2 settembre 2007 Il bambino senza parole partecipa al Festival dell'Autobiografia di Anghiari (Ar) c/o la Libera Università dell'Autobiografia Patrocinio culturale della Università Statale di Milano-Bicocca e del comune di Anghiari

*Giovedì 23 agosto 2007 alle ore 21 sul lungomare di Lavagna (Ge), la libreria Fieschi

ospita la presentazione de Il bambino senza parole.

Patrocinio del Comune di Lavagna.

*Il 26 ottobre 2006 il libro è stato presentato alla Libreria del Corso, a Milano in corso Buenos Aires 49. Ecco le foto ricordo!!!

Il bambino senza parole di Maria Giovanna Farina, ed. Edizioni Clandestine

E’ una storia vera che denuncia il grave torto subito da un bambino

autistico nell’ambiente scolastico. Racconto la particolare relazione instauratasi

tra me e il bambino illustrando, con uno stile volutamente divulgativo, l’autismo

e il mio metodo di lavoro. In ultima analisi è una delicata storia d’amore.

Non è un libro di filosofia ma è l’esempio di come applico la filosofia alla vita

quotidiana per risolvere i problemi di relazione e comunicazione.

La copertina del libro, nata dalla rielaborazione di un acquarello di DANIELA LORUSSO,

rappresenta il contatto che si è realizzato tra adulto e bambino.

La particolare sensibilità dell'artista ha saputo rendere attraverso l'intensità e la sfumatura

del colore e il realismo della forma il significato profondo del messaggio comunicativo del libro.

PREFAZIONE Questo libro nasce dall'interesse suscitato con la pubblicazione di un articolo* sull'avventura scolastica di un bambino autistico. Non è un libro sull'autismo, ma una storia vera di una malattia e del tentativo, prematuramente interrotto, di condurre a termine una promettente esperienza didattica. Ho raccontato questa singolare esperienza per testimoniare come la fiducia in un progetto possa aiutare ad affrontare ogni ostacolo, anche quelli che, senza pietà, lavorano per sgretolare l'amore e l'impegno. Allo stesso tempo desidero dare risalto, con ammirazione e profondo rispetto, allo splendido lavoro di molti maestri e operatori della scuola che, senza clamore, operano con competenza, dedizione e passione, ottenendo risultati troppo spesso offuscati dai venditori di fumo. Ho vissuto in prima persona e con grande intensità la storia che mi accingo a narrare. Sono entrata nella scuola elementare per studiare da vicino il rapporto che si crea tra una maestra e il proprio alunno. In incognito ho vestito i panni di un insegnante, Cindy, assumendo al tempo stesso quelli di una Cenerentola abbandonata dalle istituzioni e salvata da un ostinato desiderio di mettersi in discussione. Per poterlo fare, è stato necessario un lungo periodo di elaborazione e di analisi degli stati affettivi che entrano in gioco, spesso in modo dirompente, in tale rapporto. Si è resa inoltre indispensabile anche un'indagine approfondita di altri protagonisti della vicenda, che con il loro comportamento, hanno influenzato i fatti. Un grande aiuto mi è venuto dalla lettura del mio diario personale, non un vero e proprio resoconto giornaliero, ma di un quaderno in cui ho trascritto impressioni, sfoghi, frustrazione e felicità. Ho deciso di trascriverne alcuni brani in questo libro per permettere al lettore di entrare nel cuore della vicenda. Frammenti della vicenda che rimarranno in eterno perché riportati mentre soffrivo e gioivo per il mio alunno, senza omettere nulla; uno specchio fedele dei miei stati d'animo di quei particolari momenti. Ogni censura ne svilirebbe l'intensità. Ancor oggi, ciò che più mi sorprende, è la mia inaspettata volontà di aggrapparmi al dolore come forza costruttiva in grado di rendermi capace di trasformare la sofferenza in energia produttiva. Uno speciale ringraziamento ad Alessandra, l'insegnate che mi ha aiutata ad andare avanti nel migliore dei modi. Ho riportato nel libro il suo vero nome come riconoscimento del lavoro svolto da lei e da coloro che, nella scuola, senza ostentazione, si impegnano al meglio.

*Maria G. Farina, Lo scolaro senza parole, Diario, 27 settembre 2002

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