Perché i 5 stelle rinascano Grillo deve “morire”



 

ICome ci ha insegnato Sigmund Freud è necessario uccidere simbolicamente il padre, simbolo dell'autorità, della legge, delle norme da rispettare. È indispensabile per diventare adulti, per sancire il proprio essere separato e autonomo nonché pronto per affrontare la vita senza più protezione e soprattutto senza più obbedire a quella autorità paterna che ci ha educati, nella sottomissione, ad obbedire.

Nella questione Movimento 5 stelle si manifesta la stessa dinamica: c'è un padre fondatore, Beppe Grillo, e un figlio leader in pectore, Giuseppe Conte. Dal loro confroto-scontro verrà al mondo qualcosa di nuovo? Certamente, se il padre fondatore rinuncerà al potere per lasciare spazio al nuovo, al nascituro non più movimento che potrà diventare partito. Il temine movimento rimanda infatti a qualcosa di dinamico, al non stabile, al continuo cambiamento che vuole con forza creare il nuovo. Un movimento non può esistere per sempre, la storia stessa dei partiti ci dice come prima o poi tocca fare i conti con la realtà che è fatta di regole precise: se vuoi andare avanti e competere sei costretto ad acquisire le stesse credenziali. Così Conte sta cercando di fare qualcosa che ancor prima di Freud ha messo in atto Platone quando ci parlò nel dialogo Parmenide del famoso “Parricidio di Parmenide” rivolto al pensiero del filosofo di Elea. È necessario per diventare pensatori autonomi e soprattutto innovativi staccarsi dal proprio maestro: pena la morte della cultura che è fatta di continua innovazione.

Può apparire triste osservare la propria creatura e i propri discepoli abbandonarci perché ormai adulti con personali visioni del mondo, ma è il destino di ogni padre amorevole che nonostante la tristezza gioisce quando la sua creatura diventa adulta, quando da movimento diventata partito e siede con i grandi della Repubblica.

Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 14 ottobre 2021)