DIALOGARE CON UN FILOSOFO


Troppa protezione e troppo amore creano disastri come troppo odio e troppo disinteresse, la piacevole armonia è fornita da un “luogo” dove ognuno possa incontrare una libera creatività governata da regole. Il luogo dell'incontro è questo genere di luogo dove si può far lavorare la mente per liberarla da pregiudizi, errori di valutazione e sfasature della comunicazione, come direbbe Bacone, liberarla dagli idola. Tutto questo avviene senza contaminazioni ideologiche, ognuno trova se stesso / se stessa attraverso l’incontro con una figura particolare quale è il filosofo fenomenologo. Edmund Husserl (Prossnitz, Moravia, 1859 - Friburgo, 1938) è il fondatore della fenomenologia, corrente filosofica del Novecento che considera la filosofia come analisi della coscienza nella sua intenzionalità. Cosa significa? Che abbiamo sempre coscienza di qualcosa e che l'analisi filosofica ispirata alla fenomenologia è l'analisi di tutti i modi possibili in cui qualcosa può essere percepito dalla persona (percepito, pensato, ricordato, amato, desiderato…). Il modo di percepire, pensare, amare, ricordare, desiderare è strettamente personale e legato alle esperienze con gli altri. Questo genere di analisi può attuarsi solo se chi analizza è uno spettatore disinteressato.

Chi è il filosofo fenomenologo? Il suo metodo riguarda l’atteggiamento mentale: il fenomenologo cerca di svuotare la propria mente da tutto ciò che potrebbe bloccare l’intuizione pura del significato, cioè del senso più trasparente di ciò che la persona sta comunicando. Il filosofo fenomenologo sospende il giudizio (epoché, come direbbero i greci antichi) e di conseguenza può influenzare solo minimamente ciò che ascolta con il proprio vissuto. Nel fare questo permette all’interlocutore di essere sé stesso, di esprimersi come realmente è. L’esperienza personale del filosofo, che è anche data dalla sua formazione culturale, rimane un bagaglio utile, ma non ostacola il cammino dell’Altro. L’approccio fenomenologico permette di non farsi influenzare dalle teorie, non sono le teorie ad essere applicate al soggetto, ma è la storia personale del soggetto che può trovare aiuto dalla teoria. Si analizza la comunicazione di quella determinata persona che per una svariata serie di circostanze si trova in una particolare condizione di disagio. Per fare ciò viene preso in considerazione l'individuo con tutte le sue relazioni, personali, ambientali e lavorative.





LA CONSULENZA FILOSOFICA IN AZIENDA

 

Conoscere le regole della comunicazione è fondamentale, ma non è la sola chiave d’accesso per  avere buone e proficue relazioni. Per capire e mettere a proprio agio il nostro interlocutore, cliente, collega o subalterno, non è sufficiente la sola teoria, occorre qualcosa di più. Il consulente filosofico, favorendo un equilibrato incontro tra cultura (preparazione e conoscenza) e umanesimo (ri-valutazione della centralità e dei bisogni dell’uomo), può aiutare chi nel proprio lavoro è a continuo contatto con gli altri e le loro esigenze.Tale connubio contribuisce ad accrescere la consapevolezza dei propri stati emotivi e a gestirli al meglio, ma soprattutto educa all’ascolto e a pianificare gli interventi.

Sono sufficienti pochi incontri per notare i primi risultati.

Una mediazione esterna, super partes come quella del consulente filosofico, interviene per aumentare la funzionalità e redditività dei gruppi di lavoro donandogli armonia e serenità. Armonia e serenità come farmaci naturali per far fronte alle continue richieste prestazionali.

 

LA CONSULENZA FILOSOFICA A SCUOLA

La figura del filosofo come consulente entra nella scuola per potenziare le capacità di ascolto in senso multiprospettico. Il consulente filosofico si occupa di problematiche relative ai disagi degli studenti nell’ambito delle relazioni scolastiche, interviene per sanare incomprensioni e comportamenti aggressivi tra studenti ed opera inoltre come interdisciplinarista. Quest’ultima funzione, assolutamente innovativa, non si sovrappone al lavoro dell’insegnante né interviene nel curricolo, ma lavora sulle problematiche scolastiche per migliorare il profitto e il comportamento dello studente fornendogli, attraverso il collegamento tra le varie materie studiate, la capacità di progredire. L’interdisciplinarista chiarisce anche l’importanza della disciplina intesa come regole e accettazione consapevole delle norme condivise favorendo nel ragazzo un comportamento più idoneo e maturo verso la scuola e le persone che in essa operano (pensiamo ad esempio al bullismo). La consulenza filosofica è indirizzata anche ai docenti nelle loro relazioni interpersonali lavorative là dove ci siano delle incomprensioni che potrebbero impedire la realizzazione del lavoro progettuale. Sono sufficienti pochi incontri per vedere progressi. Diventare consapevoli dei propri stati emotivi aiuta a gestirli più adeguatamente, soprattutto educa all’ascolto quando si ha  che fare con gli altri. Una mediazione esterna super partes, quella del filosofo, può sciogliere più facilmente i nodi delle difficoltà comunicative.