Una paideia per i giovani d'oggi



 

Qualche giorno fa, trovandomi nel mezzanino della metropolitana sono avviata verso l'uscita, all'improvviso di fronte a me compare un gruppo di cinque adolescenti dalla apparente età di quindi anni. Due di loro, con il volto coperto interamente da mascherina e passamontagna, sono intenti a mettere in scena una sorta di lotta come se volessero imitare i mitici samurai senza però riuscirci. Sono goffi e un po' ridicoli ma per nulla ben educati. Non si curano di essere in mezzo al passaggio di una delle stazioni metropolitane tra le più affollate di Milano, ma ciò accade ovunque in Italia, e di colpo i loro movimenti diventano più marcati, braccia e gambe si muovono con una certa velocità mentre uno di loro si stacca improvvisamente dal quintetto e noncurante dei passanti mi si avvicina correndo. Istintivamente cerco di difendermi con la mano protesa in avanti e poiché è un giorno di pioggia ho l'ombrello che mi ha aiutato ad essere più credibile: ”Guarda dove vai!” gli ho ricordato con il tono di un adulto molto severo, risoluto e che non ammette possibilità di replica tantomeno di scherno. Lui, bloccatosi a pochi centimetri da me, mi ha guardato sbigottito, incredulo ed è rimasto senza parole. Evidentemente non è abituato a sentirsi riprendere con tanta autorità, soprattutto da una donna.

Morale: forse ciò che manca ai ragazzi sono figure autorevoli e forti capaci di farli sentire protetti durante la crescita e forse mancano adulti coraggiosi che non accettano di essere sottomessi dai dei ragazzini. Lo so che ci sono le baby gang per cui se ti trovi in mezzo sono guai, ma so anche che se ci mettessimo in gioco come adulti aborrendo quello che una certa cultura, sbagliata, ha reso alla società; cultura del “tutto è concesso e anche se sei mio figlio ti tratto alla pari”, bene, se ci ricordassimo che solo l'asimmetria aiuta i ragazzi a crescere, beh, allora, forse, possiamo ancora farcela. Ce la faremo solo se riusciremo a crederci, senza ritornare alle punizioni corporali da neppure immaginare, e guardando dentro di noi ci ricorderemo di essere adulti. Non abbiamo bisogno di teorie e parole pompose per esprimere la realtà dei nostri tempi, quella in cui troppi adulti hanno adbidicato.

Sarebbe auspicabile un ritorno alla Paideia, un percorso formativo in voga nell'antica Grecia dove i ragazzi erano curati nel corpo e nella mente per diventare cittadini della Polis muniti di valori... ce la possiamo fare!?



Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 29 novembre 2021)