Il pass che frena l'economia



 

Sono una filosofa vaccinata e con green pass, ma così come lo hanno ideato è discutile. Gli scontri ormai imperano ad ogni piè sospinto, alcuni sono inutili mentre il dibattito sulla carta verde, testimone digitale delle due dosi di siero che ci hanno inoculato, mi sembra di vitale importanza soprattutto per come è stato applicato alle nostre vite.

Se come dicono, il vaccino salva la vita, uso il se perché da filosofa devo sempre dubitare per poter arrivare ad una qualsiasi certezza, e poi non sono medico, né virologa, né esperta del settore, però ho un metodo di ragionamento da applicare alla realtà; se quindi il vaccino ci salva la vita sarebbe meglio farlo. E anche qui dico sarebbe per il solito approccio dubitativo che mi accompagna, non ho prove scientifiche tali per dire è sicuro ed efficace; il green pass invece mi fa paura, lo vedo non tanto e non solo come ricatto, schedatura di massa e quasi tutto ciò a cui lo hanno avvicinato. Diciamocelo pure siamo già schedati grazie a causa del nostro essere connessi 24 ore al giorno, il green pass non cambia di molto la nostra condizione di spiati, piuttosto lo vedo come strumento per indebolire l'economia. Spero di sbagliare. Nel mio piccolo ho già sperimentato anche le sue incongruenze comprando due biglietti ferroviari, un regionale veloce ed un intercity: sul secondo è specificato l'obbligo del possesso della carta verde, nel primo nulla: il virus sale solo sui treni con posto prenotato? Che tra l'altro sono meno affollati?

Le posizioni del filosofo Agamben che al green pass associa storiche dittature di destre e sinistra sono estreme e da filosofa non accetto gli estremismi qualsiasi essi siano, un dibattito serio ha bisogno di un vero dialogo di cui la filosofia è maestra, ma c'è un ma bizzarro. Un gruppo di filosofi ed intellettuali stanno firmando un testo “Non solo Agamben” per dichiarare l'importanza del green pass sottolineando che esso non limita la libertà dei cittadini e non è discriminatorio per la minoranza come afferma il noto filosofo. Ogni posizione è accettabile, siamo o non in democrazia? Ma l'esempio portato dalla filosofa Giovanna Cosenza dell'università di Bologna, anch'essa firmataria, mi lascia alquanto perplessa. La docente dice che sostenere la mancanza di libertà prodotta dalla carta verde è come affermare che la patente di guida limita la libertà di movimento. La patente autorizza ad immettersi nel traffico solamente dopo aver imparato a condurre un veicolo, come la laurea in filosofia ti fa diventare dottore in filosofia. Essere filosofi prevede di trovare esempi più calzanti.



Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 18 ottobre 2021)