La lezione di Gino Strada

 

Io non sono pacifista, io sono contro la guerra”. La nota dichiarazione di Gino Strada fondatore di Emergency è l'insegnamento di un medico che ha visto sui corpi e negli occhi degli esseri umani gli orrori della guerra. Ho sposato in pieno la sua presa di posizione.

Il suffisso ista rimanda molto spesso ad un estremismo, ad un comportamento che esce dall'equilibrata via di mezzo, con ciò non sto dicendo che sono favorevole alla guerra, è fondamentale ripeterlo. Essere pacifista in senso stretto significa infatti che se ti arrivano le bombe in testa non reagisci se non con dialogo e trattative, una reazione impossibile da realizzare in quel momento specifico. Chi si lascia morire senza reagire? È contro natura. Ripudiare la guerra con la nonviolenza significa invece adoperarsi ogni giorno per mostrare e dimostrare quanto il messaggio di Ghandi sia praticabile nella vita quotidiana. È un messaggio che richiede lavoro duro e impegno costante, la nonviolenza si può definire un'idea che ha estremo bisogno di radicarsi, deve diventare una delle Idee di Platone, deve trovare posto fisso nell'Iperuranio, nel luogo dell'eterno, per poi uscire dalla mente e trasformarsi in molteplici azioni. In questi giorni leggo sui social i messaggi di tantissime persone che si dichiarano contro la guerra e questa è cosa meravigliosa come lo sono le manifestazioni contro la guerra che stanno riempendo le piazze europee. Quante ne abbiamo viste anche negli anni passati in occasione di altre guerre! Ma cosa è cambiato? Nulla, assolutamente nulla. Chi fa la guerra non si lascia condizionare dalle manifestazioni, chi fa le guerra pensa solo al proprio tornaconto.

E veniamo al messaggio di Gandhi, non mi stancherò mai di sottolineare quanto potrebbe essere risolutivo. Come sappiamo egli scacciò la dominazione degli Inglesi con la disobbedienza civile e con un'azione di resistenza nonviolenta come la Salt March del 1930, la marcia contro la tassa sul sale imposta dai dominatori a tutte le caste anche a quelle più povere. Possiamo comprendere quanto la nonviolenza sia praticabile e vincente, ma paradossalmente in tempo di pace quando le armi tacciono: solo durante la convivenza pacifica si può dialogare ed insegnare che vivere senza la guerra è possibile. Sempre che i potenti di turno siano d'accordo.

Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 1 marzo 2022)