Eitan, un bimbo a metà



 

Il piccolo Eitan scampato alla stage del Mottarone può faticare a sopravvivere nell'anima a causa di una situazione che non tiene conto del suo diritto di essere bambino. Giovedì 23 settembre, dopo due ore e mezzo davanti al Giudice, si conosce l'esito dell'incontro: il bambino rimarrà metà settima con la famiglia della zia materna e l'altra metà con quella del nonno paterno, ciò fino al 8 ottobre giorno dell'udienza. Un compromesso a dir poco paradossale che non tiene conto dell'equilibrio di un bambino che ha già sofferto. In realtà il compromesso tranquillizza gli adulti che sperano di tenere sotto controllo la situazione.

Al di là del caso in questione che forse avrebbe bisogno di silenzio, come chiedono gli avvocati delle parti, dobbiamo ricordare che un bambino è sacro nel significato più profondo del termine, egli è degno di rispetto e quando nascono diatribe “cruente” da tribunale vuol dire che si è andati oltre, non si tenuto conto del piccolo essere indifeso che ha bisogno di amore, tranquillità, equilibrio e stabilità emotiva da vivere in un luogo accogliente.

Essere contesi tra le parti procura nel fanciullo un senso di dilaniante sofferenza che trova terreno fertile nella sua tenera e delicata interiorità, ciò accade anche ai figli di genitori separati quando diventano il capro espiatorio dei rancori genitoriali. Il bambino ama entrambi i genitori ma non può esprimere i suoi sentimenti liberamente: se mostra amore per uno l'altro sembra non approvare. Per non far torto a nessuno reprime l'amore ed al contempo sviluppa la rabbia per la coppia da cui è venuto al mondo. Il risultato è sofferenza che con la crescita può sfociare in antisocialità. Come ci ha insegnato la scomparsa psicoanalista Alice Miller, solo il bambino che è stato amato può capire e sviluppare l'amore altrimenti non avrà mai la possibilità di apprenderlo.

Eitan ha bisogno di vivere il lutto per ciò che ha perduto, e non farsi sballottare dalle parti in causa. La cosa migliore è sempre fare il bene del piccolo e quindi gli adulti hanno il dovere di comportarsi con intelligenza: se non hanno il cuore che almeno usino il cervello.

Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 24 settembre 2021)