La Drusilla che vale Sanremo



 

Drusilla Foer è una creatura nata dalla genialità di Gianluca Gori, attore, cantante, artista di intelligente espressione. Lui ha messo al mondo un perfetto esempio di donna moderna ed emancipata che non ha rinunciato al passato, che vive pienamente il presente e ce l’ha donata; quando la ascolti ti lasci trasportare altrove, in un mondo altro e ti dimentichi di lui perché ti appare lei: un’esperienza di rara intensità. Sono affascinata, divertita e davvero felice perché Drusilla è ciò che di meglio una donna possa comunicare. Gentilezza, raffinatezza, cultura, capacità di esprimersi, schiettezza, ironia, arguzia, seduzione: definirla un’icona di stile è sottovalutazione ed anche qualcosa in più. Filosoficamente è un errore epistemologico? Sì, è un errore del corretto procedere del pensiero, è un errore di interpretazione.

L’ansia di catalogare giunge inevitabilmente anche su Drusilla, siamo in un modo di etichettatori seriali. E allora c’è chi la considera una variante di Platinette… no, siamo davvero fuori strada perché quest’ultima nonostante sia sorretta da intelligenza e senso critico è pur sempre una caricatura della donna, Drusilla ne è invece una valorizzazione. Il suo creatore ha inventato con i particolari più infinitesimi il passato e la vita del personaggio tanto che ci sembra di conoscerla da sempre. Drusilla è l’esempio di una donna che vorremmo si manifestasse in tante occasioni, una donna bella perché la bellezza la contiene e non è pura estetica, una donna che valorizza se stessa, una donna che eccelle per le qualità interiori. Drusilla è una donna matura, che tra l’altro non si tinge i capelli perché i capelli bianchi sanno regalare signorilità e non sono il simbolo del decadimento senile; lei ha trascorso una vita completa, ha avuto due mariti, ha vissuto pienamente da ogni punto di vista senza rinunciare ad una certa classe. È sensibile ma si sa difendere e non rinuncia a qualche parolaccia, chi di noi non le dice? Come le pronuncia lei però sembrano vocaboli ricercati e ancora una volta sa essere elegante. C'è chi in riferimento a Sanremo la inserisce di forza nell'album delle Drug Qeen sbagliando per l'ennesima volta, Drusilla rappresenta un certo tipo di donna e lo fa allo stesso modo di quando un attore mette in scena il suo personaggio, lei stessa è personaggio. Più passa il tempo e più appare reale, ci si dimentica che un uomo la sta mettendo in scena e ciò la conduce ad essere la rappresentazione teatrale del personaggio che incarna.

Drusilla non è neppure un’icona per il semplice fatto che è il simbolo dell’anti-stereotipo e come sappiamo le icone vivono in quell'area borderline di ambigua appartenenza: un po' modello ed un po' cliché. Lei non è nulla di tutto questo. Non è nemmeno una caricatura: chi rende il femminile una parodia non lo ama ma lo vuole demolire, lei è come una maschera del teatro greco antico in cui le donne venivano interpretate da attori uomini, ora per fortuna alle donne non è impedito il palcoscenico: Drusilla, semplicemente e non banalmente, riempie il vuoto di una signora nel suo significato pieno, una domina latina ma anche una femme fatal, che fatichiamo ad incontrare. L’unico rammarico: ci ha dovuto pensare un uomo a valorizzarci, le donne comunque impazziscono per lei, è questo il punto su cui è interessante riflettere lontani da qualsiasi etichetta. Infine, delle critiche e degli errori chi se ne importa: Drusilla vola alto, non esiste un'altra come lei.




Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 15 gennaio 2022)