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L'amore

Incontro con Francesco Alberoni



Nell'ultimo libro L'arte di amare lei riprende il tema dell'innamoramento e cita Fromm, cosa c'entra con l'amore di coppia?

Per Fromm l'innamoramento è uno stato patologico e un egoismo a due, ma io non sono d’accordo perché con ciò neghiamo alle persone il diritto di soddisfare i propri più profondi desideri. Dopo molti anni e un lunghissimo viaggio, ho scritto dieci libri sull'amore, ora mi interessano le strutture mentali, non solo le esperienze. Infine sono giunto a questo nuovo libro dove parlo dell'amore che dura. C'è un parallelismo tra la società e la coppia, movimento ed istituzione esistono in entrambi: c'è uno stato nascente, poi una istituzionalizzazione. Pensi alla politica negli Stati Uniti: ogni volta che ci sono le elezioni c'è un movimento che spera, non come qui da noi che c'è una situazione paludosa e che non porta a nulla: ciò accade anche nella coppia. Ai tempi di Innamoramento e amore ho descritto l'innamoramento come una specie di esplosione che è nel mondo, ma poi non ho scritto come può continuare. Anche in Sesso e amore del 2005 non descrivo come la coppia può proseguire il suo cammino erotico. Allora avevo dichiarato pubblicamente che non avrei più scritto nulla sull'amore perché quello che dovevo dire l'ho detto. Dopo lo stato nascente e l'istituzione può solo spegnersi. Mi sono accorto invece di casi che non erano così. Io vengo dal mondo scientifico: se trovo tre casi che negano l'evidenza vuol dire la teoria ha qualcosa di sbagliato.

A quali casi si riferisce?

Ad esempio Carmen Russo e suo marito Enzo Paolo Turchi, un caso di amore che dura noto a tutti! Poi ne conosco altri non celebri. In questi sette anni ho seguito una strada, prima scrivendo dei dialoghi, poi il romanzo I dialoghi degli amanti che mi ha sbloccato perché con la fantasia si riesce ad abbattere un muro, con la fantasia si possono vivere situazioni altrui. E poi questo L'arte di amare che chiude. Sartre lo chiude ancora prima perché nella Critica della ragione dialettica dallo stato nascente, che lui chiama la fusion, passa alla fraternitè terror, ha il passaggio immediato dal movimento al totalitarismo. Io dico che attraverso il patto di riconoscenza dei diritti dell'altro con la riconoscenza dei diritti inviolabili, alla Locke per intenderci, creo un'istituzione di convivenza. Il sistema si irrigidisce dentro le regole. Questo avevo fatto negli anni '70, ero arrivato a Sartre e Locke, invece ora con L'arte di amare mi accorgo che ciò che intendiamo per amore non è convivenza quotidiana, non è amicizia e non è libertà, non è fratellanza. La parola amore l'abbiamo bistrattata. Ecco che la seconda parte del libro dice una cosa che dimentichiamo sempre perché veniamo da una cultura che non ha mai preteso che un uomo e una donna dovessero vivere insieme tutta la vita per amore

Preteso che vivessero insieme, ma l'amore non era considerato

Infatti. Il fatto che lui ad esempio andasse con un'altra donna non era ritenuto riprovevole, (meglio un “.”) un tempo, quando le donne erano in gravidanza, si aspettavano che il loro marito andasse a far sesso con qualcun'altra: oggi sarebbe una cosa tremenda perché sono solo loro due ed hanno preso un impegno di fedeltà totale, prendendo alla lettera l'innamoramento. Se tu lo prendi alla lettera devi prenderlo tutto. La prima cosa è “devi dire tutto”; quindi arriva la mia teoria: devi fare la storicizzazione. Se hai avuto un amante per cinque anni non puoi nasconderlo, lo devi dire. Quando nasce un nuovo amore nasce una nuova vita e nessuno dei due sa chi è l'altro, il loro amore sarà conoscersi, sapere chi sono, in quanto essi sono ciò che sono stati e ciò che stanno diventando. Se io nascondo di me rendo impossibile questo processo, quindi devo dire anche le cose sgradevoli. Pensi che tutta la tradizione del corteggiamento è basata sul falso.

È una messinscena?

L'arte d'amare di Ovidio è L'arte di corteggiare, il mio è tutt'altra cosa. Il corteggiamento è una messinscena e non c'è niente di male nel presentarsi al meglio. Noi veniamo da una lunga tradizione per cui il maschio per farsi concedere le grazie dalla donna o la paga o mente, c'è tutta la menzogna dietro all'amore per avere successo.

Allora come facciamo?

O tolgono il matrimonio, e per me lo possono fare quando vogliono, ma così come lo hanno realizzato la società... in cui ti impegni ad amare una persona tutta la vita. Non è facile da realizzare, sono impegni che non puoi mantenere. Mentre nell'innamoramento di cui parlo devi dire la verità.

Anche all'inizio col corteggiamento?

All'inizio si mette in scena qualcosa, ma poi c'è un momento in cui si dice come si è davvero. Moltissime persone non raccontano le loro vicende erotiche passate, l'uomo e la donna pretendono di conoscersi vicendevolmente, l'uno pretende di sapere cosa pensa l'altro, ma non lo sanno, a volte l'uomo non sa neanche quando lei ha un orgasmo. Allora il completamento del discorso fatto per l'innamoramento, il rapporto tra le persone viene visto come un progressivo incontrarsi e conoscersi.

Cosa differenzia l'amore dall'amicizia? E quando l'amore dura?

L'amicizia è una filigrana di incontri, l'innamoramento è compatto ma le esperienze sono discontinue: l'amore continuo non esiste. C'è uno strato sottostante che è il continuo, io continuo ad amarti anche quando penso: “Quella carogna schifosa...”. E poi c'è un secondo livello: “Ti voglio, non ti voglio, voglio vivere con te, non voglio vivere con te”. Sono entrambi due livelli dell'ordine della libertà. La prima è una verità viscerale, l'amore non puoi comandarlo; l'altra è razionale e il primo livello puo' combattere con il secondo. Tutto questo aspetto complesso della relazione amorosa, questo metabolismo interno della relazione amorosa, non lo avevo mai indagato.

Ma nessun altro prima di lei...

Mi sembrava che a questo punto si potesse affermare la tesi secondo cui una passione che nasce come innamoramento non è condannata a finire. Questo libro, a differenza di Innamoramento e amore, nel suo insieme può essere alla base di un insegnamento, a partire dall'infanzia, sui processi amorosi. Se i ragazzi fossero informati precocemente della differenza tra innamoramento e amore, una volta arrivati a tredici-quattordici anni non verrebbero mandati allo sbaraglio: hanno loro insegnato ad andare in bicicletta e ad usare il computer...Per vivere un amore erotico che dura è necessario avere degli elementi base, si imparano tante cose che non servono subito nella vita, perché non imparare questo a partire dalle medie? Ho l'impressione netta che occorra un sapere per gestire i processi amorosi in questa società.

Pensando a ciò che affermava Freud, il maschio si innamora di qualcosa che nelle donne rappresenta la madre...secondo lei di chi ci innamoriamo in realtà?

Noi ci innamoriamo solo in certi periodi della vita, non c'è motivo che ci innamoriamo quando non dobbiamo cambiare.

Questo aspetto del cambiamento credo sia sperimentato da molti...

Ci sono tante forme di innamoramento, io posso decidere di avere un'avventura con qualcuno che mi piace ma non la posso spacciare per innamoramento. Andiamo a teatro, andiamo a letto, andiamo a fare un giretto, ma non chiamiamolo innamoramento.

Forse lo si fa per giustificarsi?

Ma sono bugie! Iniziamo a ri-dare i nomi giusti. Allora quando siamo pronti a cambiare? Quando cambiamo? Quando scoppia il movimento? Quando ci sentiamo imprigionati in una situazione oppressiva e non vediamo via d'uscita.

Infatti lei dice che il vero innamoramento nasce da una spinta vitale ostacolata.

Un tempo il matrimonio era un modo per uscire da una situazione famigliare oppressiva.

Quindi si sposavano per uscirne?

Sì. Poi c'è di chi ci innamoriamo? Di quella persona che per le sue qualità ci fa capire che insieme possiamo realizzare i nostri desideri più profondi, quelli che non conosciamo, quelli che non abbiamo il desiderio di confessare nemmeno a noi stessi, quelli con cui possiamo colmare tutti i vuoti della nostra anima e realizzare tutte le nostre potenzialità: allora proviamo un'attrazione irresistibile. Nella vita facciamo tante scelte, l'innamoramento ci apre nuove possibilità, magari illusorie, ma sono potenzialità che avevamo lasciato compresse e che avevamo nascosto a noi stessi.

Lei sostiene che l'innamoramento e l'amore costituiscono l'uscita dal mondo del dominio e della violenza.

Questo è ciò che dice Sartre. Nella Critica della ragion dialettica, ma già ne L'essere e il nulla, dice che l'amore è il momento in cui in noi si realizza il paradigma hegheliano del Servo-Padrone, le due autocoscienze si confrontano per affermarsi e ne nasce una lotta a morte in cui si mette in gioco se stessi per cui uno diventa il dominatore e l'altro il servo. In questa lotta c'è chi prevale ma nell'amore non accade questo.

E non può esserci!

È certo! Per Sarte invece non c'è l'amore perché l'innamorato nega la libertà dell'altro. In realtà perché l'innamoramento possa continuare è fondamentale il rispetto dell'altro. Se abbiamo gusti diversi, a me piace il mare all'altro la montagna è bene dirlo, non c'è nulla di male: questo è il diritto ad affermare la nostra diversità. Nella Critica della ragione dialettica, la fraternità si impone col terrore: tu sei mio marito e mi devi amare; lo stesso vale per l'uomo sei mia moglie e mi devi amare. Sei una schiava, hai preso un impegno ad amarmi! Questo è l'atto demenziale che sta dietro alle istituzioni in cui viviamo


Maria Giovanna Farina




L'accento di Socrate